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> Mists of Pandaria: In Viaggio Verso il 90

Ciò che colpisce di MoP è la straordinaria coesione tra il plot narrativo ed il quest design. I due elementi, entrambi fondamentali, procedono di pari passo durante tutta la fase di leveling, vincolati da una sorta di mutuo accordo. In sostanza, il progressivo cambio di registro della trama trova corrispondenza in quest dai contorni sempre più drammatici. Questa simbiosi valorizza e sostiene l'intero sistema, coinvolgendo il giocatore in una lenta ma appagante progressione. L'opprimente leveling proposto nelle precedenti espansioni, vissuto come una pratica obbligatoria da chiudere il prima possibile, è lontano anni luce. Difatti, complice un level design lungimirante, l'esperienza di gioco gode di un notevole spessore, ponendo il giocatore al centro degli eventi. Gli scenari partecipano all'azione corale con ambientazioni attente allo sviluppo della trama, mai fuori posto e davvero ispirate. Dunque si va dal raccogliere e consegnare dei barili di birra per conquistare le simpatie del Pandaren di turno, al combattere per la sopravvivenza contro le differenti manifestazioni dello Sha; passando, rispettivamente, dal paesaggio verde e rigoglioso della Valle dei Quattro Venti, all'opprimente panorama corrotto delle Distese del Terrore. Pertanto le nuove regioni sono veramente fondamentali per l'economia di gioco, non solo per l'accurata geografia proposta ma soprattutto per come rafforzano l'atmosfera generale. In un simile contesto è impossibile evitare un certo parallelismo con l'impianto narrativo de "La storia infinita" di Michael Ende. Come il Nulla, anche lo Shadivora tutto in un'avanzata lenta, ma inesorabile. Ad ogni minuto che passa la sua presenza diventa sempre più forte, dapprima presente in dettagli insignificanti (come una piccola pianta macchiata dal suo passaggio) poi evidente ed invasivo nel pieno della sua potenza, con intere regioni devastate. Raggiungere il level cap, per l'occasione fissato a 90, diventa indubbiamente un piacere, rafforzato dalla recente localizzazione in italiano.


Mists of Pandaria livello 90


World of Warcraft è un prodotto unico nel suo genere: un lore inarrivabile, dei contenuti smisurati e milioni di giocatori sparsi nel mondo, ne hanno fatto un fenomeno di rilievo sociale. Saldamente poggiato sulla creatività di Blizzard non ha mai conosciuto un vero momento di crisi, le flessioni economiche affrontate in questi anni sono sempre state legate ad una temporanea contrazione dell'utenza, in funzione dei vari cambi generazionali. Questo accadeva fino a qualche tempo fa, oggi la realtà è decisamente differente. Utenti sempre più inclini, rispetto al passato, a convergere verso nuove esperienze, combinati con l'emergere di titoli innovativi e piuttosto validi, hanno destabilizzato la sicurezza mostrata finora dal team californiano. Come se non bastasse gli errori commessi con Cataclysm hanno compromesso seriamente il futuro di WoW, causando una perdita di circa tre milioni di giocatori in poco più di un anno. Dunque Mists of Pandaria non è semplicemente la quarta espansione di un prodotto di successo, piuttosto è il banco di prova di un gioco presente sul mercato da poco meno di un decennio, che ha inevitabilmente fatto il suo tempo. È il tentativo di arginare e rispondere all'avanzata delle nuove leve, difendendo in tutti i modi il ruolo di Blizzard come guida e punto di riferimento.

LA FOLLIA DI GARROSH HELLSCREAM L'elemento più contestato di Mists of Pandaria è senza ombra di dubbio la storyline, definita goffa, incoerente ed eccessivamente lontana dai toni drammatici delle precedenti espansioni. Sebbene questa sia un'opinione molto diffusa, le cose non stanno affatto così. Fermarsi all'apparenza significa commettere un grave errore, con osservazioni dettate da una presa di posizione sterile e non dall'esperienza diretta con il lavoro svolto dal team di Irvine. In effetti il primo approccio con Pandaria sembra dare credito alle critiche espresse nei mesi precedenti. Dopo le prime quest nella Foresta di Giada, in sintonia con il lore di WoW, veniamo guidati dai Pandaren nell'esplorazione del nuovo continente. Durante questo percorso la popolazione locale rivela la propria attitudine per l'agricoltura e l'allevamento, catapultando il giocatore in una realtà rurale estranea, scandita dai ritmi lenti ed armoniosi della natura. Un deciso contrasto con il caos lasciato sulle sponde del Dustwallow Marsh, teatro della devastante caduta di Theramore. Dunque i primi momenti sono marcati da uno smarrimento generale, che lascia presagire poco degli eventi futuri. Tuttavia nulla è come sembra. Passo dopo passo cominciamo a percepire qualcosa che non va, intuizione confermata da circostanze minori ma decisamente inquietanti.


Mists of Pandaria guida


Lentamente, ad ogni quest consegnata, si fa strada la sensazione di un disagio piuttosto forte, come se dietro al verde bucolico delle nuove regioni si nascondesse una minaccia imminente ma indefinita. Il pericolo prende forma quando veniamo a contatto con lo Sha: un'energia incontrollabile e devastante, che è pura manifestazione fisica delle emozioni negative. Niente a che vedere con le piccole creature corrotte incontrate sulla spiaggia dello sbarco, ciò che viene temuto dai Pandaren è inarrestabile e si alimenta dell'odio innato tra Orda ed Alleanza.

Improvvisamente il plot narrativo cambia tono, diventa cupo, ed aumenta di intensità. In un turbinio di eventi veniamo a conoscenza dell'eterno massacro tra lo sciame dei Mantidi ed i Pandaren, destinato a ripetersi ciclicamente per volere di una regina millenaria corrotta dallo Sha. Successivamente incontriamo i terribili Mogu, una potente razza caduta in rovina e divorata dall'avidità per il potere, antagonisti dei nobili Jinyu e nemici dei Klaxxi, fieri guerrieri difensori di Pandaria. Insomma, senza nessun preavviso la lotta per la conquista del nuovo continente passa in secondo piano, ed è lo stesso Wrathion, ultimo dei draghi neri e figlio di Deathwing, a lanciare un grido di aiuto "mettete da parte l'odio e fate fronte alla minaccia comune, o non resterà nulla per cui valga la pena combattere". Soltanto Garrosh, sordo a qualsiasi richiesta, tenterà di approfittare della situazione macchiandosi di gesta atroci ed insopportabili, tanto da scatenare l'ira del suo stesso popolo. IN VIAGGIO VERSO IL 90 Ciò che colpisce di MoP è la straordinaria coesione tra il plot narrativo ed il quest design. I due elementi, entrambi fondamentali, procedono di pari passo durante tutta la fase di leveling, vincolati da una sorta di mutuo accordo. In sostanza, il progressivo cambio di registro della trama trova corrispondenza in quest dai contorni sempre più drammatici. Questa simbiosi valorizza e sostiene l'intero sistema, coinvolgendo il giocatore in una lenta ma appagante progressione. L'opprimente leveling proposto nelle precedenti espansioni, vissuto come una pratica obbligatoria da chiudere il prima possibile, è lontano anni luce. Difatti, complice un level design lungimirante, l'esperienza di gioco gode di un notevole spessore, ponendo il giocatore al centro degli eventi. Gli scenari partecipano all'azione corale con ambientazioni attente allo sviluppo della trama, mai fuori posto e davvero ispirate. Dunque si va dal raccogliere e consegnare dei barili di birra per conquistare le simpatie del Pandaren di turno, al combattere per la sopravvivenza contro le differenti manifestazioni dello Sha; passando, rispettivamente, dal paesaggio verde e rigoglioso della Valle dei Quattro Venti, all'opprimente panorama corrotto delle Distese del Terrore. Pertanto le nuove regioni sono veramente fondamentali per l'economia di gioco, non solo per l'accurata geografia proposta ma soprattutto per come rafforzano l'atmosfera generale. In un simile contesto è impossibile evitare un certo parallelismo con l'impianto narrativo de "La storia infinita" di Michael Ende. Come il Nulla, anche lo Shadivora tutto in un'avanzata lenta, ma inesorabile. Ad ogni minuto che passa la sua presenza diventa sempre più forte, dapprima presente in dettagli insignificanti (come una piccola pianta macchiata dal suo passaggio) poi evidente ed invasivo nel pieno della sua potenza, con intere regioni devastate. Raggiungere il level cap, per l'occasione fissato a 90, diventa indubbiamente un piacere, rafforzato dalla recente localizzazione in italiano.


Mists of Pandaria viaggio verso il 90


Comunque, quanto scritto, non esclude la presenza di numerosi problemi. Non va dimenticato che World of Warcraft poggia su una struttura datata, studiata e sviluppata più di otto anni fa, un intervallo di tempo ciclopico per il settore videoludico. Nonostante un percorso di leveling magistralmente architettato, il level cap, contrariamente a quanto ci si aspetta, rappresenta il problema maggiore. Raggiunto il livello 90 si viene catapultati contro una concezione di gioco fin troppo familiare, che ingabbia, come suo solito, il giocatore in un sistema di grinding esasperato. Tutti gli sforzi compiuti durante la fase di concept, per creare un processo di leveling funzionante, vengono irrimediabilmente vanificati: estenuanti daily quest per aumentare la reputazione con più fazioni; il farm meccanico di valor e justice point da convertire in equipaggiamento; dover ripetere alla nausea sempre le stesse istance, votate al casual gaming e prive di sfida; sono soltanto alcuni esempi di scelte che smantellano a colpi di martello tutto il lavoro svolto finora. L'enorme quantità di contenuti non basta da sola per rimediare a questa situazione. Il contrasto tra una prima fase, svecchiata ed affascinante, con un quest design capace di andare oltre al classico sistema di uccisione e raccolta, ed una seconda fase, legata a canoni obsoleti e consumati, è evidente.

La settimana successiva al lancio di Mists of Pandaria, Blizzard, subissata da migliaia di feedback negativi, ha tentato di snellire il gioco relativo al livello 90, facendo un passo indietro ed implementando consistenti modifiche. Tuttavia ciò non ha funzionato. Difatti sbloccare l'item level richiesto per entrare nelle istance in versione hard mode, o ridurre la quantità di daily necessarie per accedere a determinati contenuti, ha svalutato molto il gameplay.


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